A PROPOSITO DI FOTOGRAFIA OTTOCENTESCA:
MICHETTI
A MIRACOLI DI CASALBORDINO:
di Luigi Murolo
Lo storpio |
Più
che seguire il meccanismo verista centrato sulla regressione dell’autore, Michetti legge la realtà umana di
Casalbordino come sua interpretazione;
l’interpretazione dell’artista. Sovrapponendosi in questo modo all’
“archeologia” attiva dell’antico cerimoniale originato dall’apparizione mariana
al veggente di Pollutri Alessandro Muzii, egli vede le cose raffigurate come
“fanatismo” popolare (in piena sintonia con la prospettiva ideologica dannunziana).
Che connesso con il significato cristiano di festa (vale a dire solennità esclusivamente religiosa che congrega
la multitudo fidelium per levar canti
e preghiere insieme, sciogliere voti, impetrare grazie), restituisce
plasticamente il gesto dei corpi che disegnano l’universo selvaggio della follia. Se è vero, infatti, che, nel mondo
classico, il folle rappresentava la voce del divino, è ancor più vero che, per
la décadence dannunzio-michettiana,
l’occhio del pittore-fotografo scorge nella nuda vita dei corpi abbandonati il
senso dell’homo sacer affidato al Dio
pietoso. E qui, nelle immagini della decomposizione vivente della carne, la
scrittura dannunziana di Trionfo della morte
accompagna in controcanto la voce narrante:
«Era uno spettacolo meraviglioso e terribile,
inopinato, dissimile ad ogni aggregazione già veduta di cose e di genti,
composto di mescolanze così strane aspre e diverse che superava i più torbidi
sogni prodotti dall’incubo».
Gli
scatti michettiani hanno la forza di documentare quei resti “archeologici” immateriali
delle arcaiche forme devozionali di pellegrinaggio sviluppatesi dopo il 1576,
l’anno dell’apparizione – al settuagenario Muzio da Pollutri – della Vergine
adagiata sopra un olivo e attorniata da un coro d’angeli. Un’immagine che lo
stesso Pier Paolo Pasolini, in una sequenza di Edipo Re (1967), avrebbe utilizzato per restituire al mito ellenico
– nel suo stile regressivo – l’incontro
tra Edipo e l’Oracolo.
Una suggestione,
insomma, ma solo una suggestione, che, pur nel disincanto della modernità, lo
stesso visitatore odierno può provare nel rapporto personale che sa intessere con
il genius loci.Sulla Strada |